L’odore dei soldi…ma non per tutte le operaie Omsa!
Care Compagne, vorrei fare un breve resumée, partendo dalla manifestazione di venerdì 25 febbraio. Per prima cosa un grazie, per il coraggio e la determinazione che sono in voi, che resistete da più di un anno ai siluramenti padronali e sindacali, l’ultimo ieri, i bigliettini dati sottobanco (1)- “ l’odore dei soldi” , per 96 forse, ma non per tutte !
Ma torniamo a venerdì. E’ comprensibile il siluramento di padron Grassi, che ha sospeso il turno delle 13 alla Golden per ‘non-contaminazione’ delle occupate con le cassintegrate, spiando dalla finestra la fedeltà aziendale delle operaie del turno delle 5, le quali se la sono svignata, senza un minimo di solidarietà, stupidamente convinte che il licenziamento delle operaie Omsa assicuri la loro occupazione.
Meno comprensibile mi pare, il siluramento sindacale, solo 4 rappresentanti, nemmeno uno straccio di cartello della RSU della Golden né tantomeno delle RSU delle fabbriche della zona. Un comitato di benvenuto, insomma ridotto all’osso, ‘un gelo siberiano’, che non ha però disarmato le operaie che si sono sobbarcate ore di pulmann, furenti e decise a fare una ‘visitina’ al Grassi, onde ricordargli che è ladro due volte.
Ladro perchè rapina il monte salari delle operaie Omsa per portarlo in Serbia e assumere, coi loro salari , 3000 operai a 300 euro, ladro perchè le infrastrutture per le sue fabbriche gliele hanno pagate i cittadini, ed ora sbaracca, come se niente fosse con l’arroganza di chi ha le tasche piene del denaro altrui, e se ne frega, che tanto del suo non ci ha messo niente.
Per 4 ore le operaie hanno presidiato i due cancelli, urlando a squarciagola la loro rabbia, anche con un tentato affronto alla ‘proprietà privata’ del Grassi, superare i cancelli ed entrare in fabbrica, tentativo respinto da alcuni figuri della Digos e carabinieri, che facevano la guardia al Nerino, a mo’ di mastini.
C’è stato anche un corteo che dalla fabbrica ha raggiunto la cittadina, Castiglione delle Stiviere, una cittadina di ‘anime morte’, perchè deserta, deserta in quanto lì, a quell’ora, lavorano tutti, come ha gentilmente spiegato un sindacalista locale CGIL alle lavoratrici che non lavorano, esortandole a tornare un’altra volta (quando, alla domenica per la messa?)
In quel clima di ‘gelo’, tra la rabbia e lo sdegno, mi è venuto il tic di afferrare il megafono e di dire io due parole alle operaie, il ‘ruggito’ che sentivo dentro ha travolto la timidezza del mio carattere. Ringrazio tutte quante le operaie Omsa per il generoso e caldo applauso rivolto alle mie parole, ma credo , rivolto giustamente, - più a se stesse che a me, per il coraggio dimostrato, avendo rovesciato ancora una volta , l’ennesimo tentativo di silurare la lotta, scoraggiandola.
Io direi di mandare, per questi fatti, una ‘letterina’ a Susanna Camusso, segretaria Generale CGIL, denunciando il ‘gelo’ sindacale in un momento in cui c’è bisogno di grande solidarietà, di tutti, e ancor più da parte del sindacato. Un momento cruciale, in cui c’è l’odore dei soldi del Nerino, per chi non ne può più e decide di ritirarsi, ma c’è ancora tanta forza in quelle che non demordano, che respingono la disoccupazione , come condizione di vita indignitosa per tutti, ma per noi donne ancor di più, costrette al ‘ritorno a casa’ , forzoso. Bisogna ricordare alla Camusso il suo recente passato femminista, da ‘Usciamo dal silenzio’ alla recente manifestazione del 13 febbraio, a Roma, in cui si è impegnata a sostenere la lotta per la ’dignità femminile’, dignità impensabile senza un posto di lavoro che assicuri un minimo di autonomia economica alle donne. Dunque si dia da fare!
L’ 8 marzo, se possibile, si potrebbe fare davanti alla fabbrica di Faenza, per dare una svolta decisiva alla lotta. Essa è la lotta cui guardano tante lavoratrici cassintegrate o licenziate, fino a ieri senza speranza. Con l’8 marzo si potrebbe promuovere uno Stato Generale delle Cassintegrate, che coordini il fronte di lotta, individuale e frammentato, in un grande movimento di lavoratrici che sia in grado di imporre al padronato - per rapporto di forza- che non c’è Serbia che tenga, il posto di lavoro non si molla e le fabbriche devono rimanere dove sono!
Un caro abbraccio a tutte voi, emma
1) la cosa è dubbia. Alcune operaie hanno smentito, i bigliettini sono stati dati per fare la fila ‘in ordine’ fin dalla domenica mattina. Altre sostengono che ci sia sta una corsia ‘preferenziale’ sindacale nella consegna dei numeri.
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